Ogni anno, le numerose denunce di minori scomparsi che arrivano alle Forze di Polizia destano sconcerto e preoccupazione nell’opinione pubblica.
In realtà, il fenomeno, se pur da tenere sotto osservazione e controllo, va ridimensionato alla luce di una attenta lettura dei dati a disposizione. La maggior parte dei bambini che “scompaiono”, infatti, rientra nella categoria dei cd. allontanamenti volontari o delle sottrazioni operate dai genitori stessi. Sono, cioè, minori che, per svariati motivi, decidono di lasciare l’abitazione familiare o la comunità cui sono affidati, anche se questa ultima ipotesi presenta delle peculiarità che occorre chiarire.
Se, infatti, gli allontanamenti volontari dall’abitazione familiare riguardano soprattutto bambini/adolescenti italiani o comunque appartenenti a famiglie stabilmente residenti in Italia, le “fughe” dalle comunità caratterizzano, in particolar modo, i bambini delle famiglie nomadi che, non riuscendo ad adattarsi alla nuova vita comunitaria, scappano dall’istituto per tornare presso le famiglie di origine. Nei casi di bambini molto piccoli, sono addirittura le famiglie stesse che li “rapiscono” per riportarli al precedente stile di vita, ovvero all’attività di accattonaggio o al compimento di piccoli furti e borseggi.
Ovviamente, anche queste “scomparse” o “allontanamenti” vengono segnalati alle Forze di Polizia e, quindi, incrementano il numero delle segnalazioni annuali.
È di tutta evidenza, quindi, la differenza con le ipotesi in cui un bambino viene sequestrato, viene sottratto da un genitore all’altro per condurlo in Paesi spesso lontani, o scompare nel nulla, senza che si riescano a formulare ipotesi sulle possibili motivazioni.
In conclusione, di tutte le segnalazioni che annualmente si ricevono, solo un 20% circa, a distanza di un anno, rimangono attuali. Tale dato numerico, nel corso degli anni, è destinato a decrescere ancora, perché non è infrequente che il minore allontanatosi volontariamente decida, anche a distanza di tempo, di farsi nuovamente vivo con la famiglia. Non bisogna dimenticare, poi, che spesso, nel momento in cui un figlio torna a casa, i familiari, comprensibilmente felici per il rientro, dimenticano di informare le Forze di Polizia. Pertanto, può accadere che un minore che risulta formalmente scomparso, sia in realtà tornato presso la propria abitazione. Per ovviare a tale inconveniente sono state disposte verifiche periodiche sull’attualità delle segnalazioni.
Come iniziano le ricerche?
Le ricerche vengono avviate, dopo la denuncia dei familiari o della comunità cui è affidato il minore, con l’inserimento del nominativo nel “CED-Interforze”, in modo tale che la notizia della scomparsa possa essere nota, in tempo reale, a tutte le Forze di Polizia.
Grazie a tale procedura, inoltre, le ricerche sono estese automaticamente a tutti i Paesi che aderiscono all’accordo di Schengen.
Quando si ritiene che il minore scomparso possa trovarsi in altri Paesi del mondo, viene chiamata in causa l’Interpol, che ha un ruolo di raccordo con le Forze di Polizia dei vari Paesi aderenti.