L’Italia opera nell’ambito del network internazionale sin dal 2000, anno in cui è stato lanciato il sito web dedicato. Tuttavia, l’impegno delle Istituzioni italiane ha radici ben più risalenti e, in particolare, la problematica correlata alla scomparsa di minori è stata sempre oggetto di particolare attenzione da parte del Dipartimento della Pubblica Sicurezza che, negli anni, ha approfondito sia la valutazione sulle dimensioni del fenomeno, sia l’analisi dello stesso, non solo sotto il profilo strettamente criminale, ma anche dal punto di vista sociale.
Sono nate, pertanto, una serie di iniziative che hanno inciso sull’organizzazione degli Uffici di Polizia. In particolare, a seguito della promulgazione della legge n° 66 del 1996 “Norme contro la violenza sessuale”, nell’ambito del cd. “Progetto Arcobaleno”, sono stati costituiti, presso tutte le Questure, gli Uffici Minori.
Le funzioni loro attribuite sono di “pronto soccorso”, con riguardo alle esigenze dei minori e delle famiglie in difficoltà, nonché di raccordo con gli altri enti ed organismi che si occupano delle problematiche dell’infanzia (quali gli Enti locali ed i servizi socio-assistenziali, i Tribunali dei Minori, i Centri per la Giustizia Minorile, le Associazioni di volontariato, ecc.).
A livello centrale, il Progetto ”Arcobaleno” prevede il coordinamento da parte un’apposita unità organizzativa, la “Sezione Minori”, creata nell’ambito del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che, oltre a gestire questo sito, realizza un articolato sistema di monitoraggio di tutte le fenomenologie delittuose nelle quali sono coinvolti i minori, sia come vittime che come autori di reato.
A seguito della legge n° 269 del 1998, “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori quali nuove forme di riduzione in schiavitù”, sono state istituite, presso le Squadre Mobili delle Questure, delle sezioni specializzate nello svolgimento delle indagini sui reati concernenti lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia e del turismo sessuale in danno di minori.
Tale iniziativa ha rappresentato un ulteriore miglioramento dell’azione di prevenzione e di repressione del fenomeno, sia in termini qualitativi che quantitativi.